25 Luglio 2021 – Secondo giorno di Confluenze Festival iniziato con la visita guidata del borgo di Romagnese, in provincia di Pavia, e proseguito in piazza del Municipio con il convegno Slow Food dal titolo “La Via di San Colombano in Val Tidone: dalla bisaccia del pellegrino al cibo buono, pulito e giusto del turista slow”.

Confluenze Festival è un progetto biennale che nasce nel 2015, pensato dalle associazioni Val Tidone, Chi Cerca Crea, Casa Grande e da Pro Loco di Castel San Giovanni e, come sottolinea Sergio Bertaccini, presidente di quest’ultima, “La manifestazione, per continuare a crescere, ha bisogno di tutti, del supporto dell’intera comunità”. E questo sostegno è arrivato fin dalla prima edizione, attraverso la partecipazione attiva.

A moderare l’incontro era presente Elisa Nervetti, membro di Slow Food Oltrepo Pavese, che ha iniziato spiegando come il tema centrale del Festival, quest’anno dedicato alla lentezza, sia collegato al turismo enogastronomico della Val Tidone, concentrandosi sulla differenza tra turista di massa da quello alternativo: “Il turista delle nostre valli è lento nel senso che si interessa non solo al cibo o all’ambiente, ma vuole farsi accompagnare consapevolmente a scoprire i prodotti e i luoghi”.

La Via di San Colombano, che attraversa questo territorio, è un cammino che si presta perfettamente ad essere raccontato, soprattutto dal punto di vista enogastronomico. Il Comune di Romagnese ha ampliato questo tentativo di raccontare cercando di incuriosire i turisti con delle installazioni sparse nel borgo, con fotografie e stampe in cui sono descritti i prodotti tipici e, in generale, i luoghi di principale interesse. Inoltre, un progetto di valorizzazione è stato studiato sui percorsi, con l’apertura di 170 kilometri di sentieri e la creazione di una mappa non solo funzionale al cammino, ma arricchita anche con luoghi di attrazione e di ristoro.

“Attirare chi viene dalla città a ritornare, questo è quello che intendiamo per lentezza”, ha continuato Manuel Achille, sindaco di Romagnese, facendo notare come pubblico e privato si stia impegnando nell’accogliere i giovani che rientrano nelle valli perché vogliono impegnarsi nel farle rinascere.

Il turismo lento genera ricchezza in quanto crea posti di lavoro, ma il bene più prezioso, come ha fatto notare Slow Food Oltrepo Pavese, è l’ambiente, perché senza rispetto della terra non esiste cibo. Negli ultimi anni vari agricoltori locali hanno cercato di ripristinare colture come, ad esempio, mais Ottofile, patate Quarantina oppure allevando i bovini varzesi, cercando così di educare di nuovo le persone ai sapori autentici delle tradizioni locali.

Un progetto di informazione nelle scuole è stato attuato dall’Associazione Grani di Tradizione dell’Oltrepò Pavese, organizzazione composta da tredici agricoltori che si sono impegnati nella ricerca e nella coltivazione di grani antichi. Sempre per quanto riguarda l’educazione al prodotto e al territorio, è stata recentemente fondata la Comunità Slow Food Oltrepo Etico che raggruppa venti produttori ed ha l’intento di promuovere principi etici volti alla tutela di tutti gli aspetti del territorio.

Durante la giornata si sono tenuti altri eventi in tanti comuni sotto il cappello di Confluenze Festival. Il programma proseguirà anche domani 26 Luglio, per poi continuare il 30, 31 luglio e 1 agosto e il 6, 7 e 8 agosto. Per ulteriori informazioni e dettagli è possibile consultare il programma completo sul sito https://www.confluenze.net/confluenze-festival/